lunedì 13 luglio 2015

WAYWARD PINES - Televisione Utopica

La serie Tv prodotta da M. Night Shyamalan (Il Sesto Senso) viene attualmente trasmessa in contemporanea con gli Stati Uniti dalla piattaforma Sky italiana, e senza perdersi in preamboli vi invito, se non la conoscete ancora, a leggere il seguente salvifico link, in modo che io possa subito partire con una riflessione particolare che la serie mi ha suggerito con forza, ora che siamo arrivati al sesto episodio e la storia ha preso decisamente forma:


https://it.wikipedia.org/wiki/Wayward_Pines

Quello di cui volevo parlare in questo breve articolo è il motivo che ha fatto in modo che questa serie televisiva, tratta da una trilogia di romanzi molto popolare, entrasse subito nella mia top ten personale delle più belle serie televisive di sempre: l'impianto narrativo basato sulla instaurazione di una vera e propria comunità autosostenuta attraverso i dettami dell'utopia comunista (applicati, si intenda, nell'unico modo possibile, ovvero quello sbagliato).

Ok ferma tutto, cosa ho detto???

Mi rendo conto che ad un primo acchitto questa mia affermazione possa sembrare eccessiva rispetto a una serie di chiaro stampo fantascientifico, in cui una comunità messa insieme da un uomo che si è elevato a capo supremo degli ultimi scampi dell'umanità, vive in un continuo clima di sorveglianza e suddivisione schematica dei compiti e in cui le regole fondamentali sono quelle di non parlare mai del passato e di pensare solo ed unicamente al bene del proprio piccolo (ed unico) gruppo umano.
Ma se ora rileggete l'ultimo periodo, credo che un pensierino alla storia dell'ex Unione Sovietica lo possa fare anche il vostro gatto.
A Wayward Pines il pensiero è pilotato e instradato fin dalla scuola pubblica, che è unica per tutti i ragazzi della cittadina, e in cui la biologia consiste nel mostrare ai giovani virgulti della famigerata "Prima Generazione" come è bello riprodursi.
Wayward Pines è geniale perchè i suoi sceneggiatori hanno usato un modello che non è imitabile ma solo riproducibile, ovvero la storia dell'umanità, la sua inimitabile incoerenza che mescola senza soluzione di continuità il bene e il male, immergendo tutte le piccole e immense vicende che le danno forma in un calderone così avvincente da essere inesauribilmente affascinanete per chiunque, persino per chi non la conosce nemmeno superficialmente.

Insomma lo Stalinismo post-apocalittico di David Pilcher (uno splendido Toby Jones), che arriva (guarda un pò) a giustiziare persino i suoi più stretti collaboratori per la paranoia della serpe in seno, in contrasto con l'insurrezionalismo stoico dell'uomo comune Ethen Burke (Matt Dillon), disegnano un quadro che dimostra indubbiamente che la storia può essere davvero il miglior romanzo da cui trarre una storia per immagini in movimento.

Non dovete perdere questa serie, consiglio del vostro amichevole regista di quartiere.