domenica 7 febbraio 2016

Tutta colpa di Hickman!!!

Il ciclo dei Vendicatori gestito da Jonathan Hickman resterà per sempre uno dei più memorabili nella storia della Marvel Comics: nel giro di quattro anni (ma molte storie hanno origine anche dal suo precedente ciclo su Ultimates) l'autore ha saputo orchestrare una storia che ha spaziato dai più immensi spazi cosmici e si è nel contempo insinuata nei più reconditi angoli del Marvel Universe, recuperando personaggi dimenticati da tempo, conferendo nuove incredibili e inaspettate sfacettature a personaggi invece più conosciuti e riuscendo allo stesso tempo a non tradire la natura stessa degli Eroi più Potenti della Terra: quella di esseri umani (e non) dalle personalità così umane, appunto,  da non poter in nessun modo essere esenti dallo scontrarsi, a volte anche in modo molto violento e inevitabilmente distruttivo.
Ecco che Hickman, per niente dimentico dei loro precedenti scontri (vedi Civil War) riporta al centro delle vicende dei vendicatori il dualismo storico tra Steve "Capitan America" Rogers e Tony "Iron Man" Stark.
Tutto inizia e finisce con loro due, ancora, l'uomo esule del tempo e il futurista, che si scontrano su un livello così alto ideologicamente parlando che risulta difficile non rimanere in disappunto leggendo le loro vicissitudini: ogni lettore almeno una volta ha pensato che questi due dovrebbero piantarla di discutere dei massimi sitemi e fare semplicemente quello che va fatto, e mentre se lo dicono, questi ignari lettori, diventano tutti dei piccoli Tony Stark, ed è proprio qui che Hickman ha vinto su tutto il fronte, rendendoci parte  di questa fratricida guerra tra passato e futuro, tra ciò che è giusto e ciò che è necessario che riempie le sue pagine degli Avengers.
Tutto iniziò con due uomini.
Quindi sto dicendo che l'autore stà con Stark? Forse, ma non ne sarei tanto sicuro: c'è così tanto amore per la tradizione nelle storie vendicative di Hickman, tradizione legata ai valori che da sempre sono le colonne portanti del Marvel Universe, come la lealtà verso i civili non dotati di superpoteri, il desiderio di sacrificio per la loro salvaguardia, l'equilibrio cosmico e le sue entità così belle e potenti da essere inimmaginabili... tutti questi elementi sono un retaggio del passato, un eredità di cui Steve Rogers è a tutti gli effetti la Bandiera, e la maiuscola è dovuta.
Il ciclo dei Vendicatori di Hickman è passato attraverso tre cross-over eccezionali, che hanno rissolevato di molto la qualità di tali eventi rispetto a come era scesa negli ultimi anni: Infinity, Original Sin e infine Secret Wars, che promette di cambiare radicalmente l'intero universo creato da Stan Lee e soci; e in questi tre eventi, gestiti insieme a tanti altri grandi autori, Hickman ha lasciato sempre il suo segno, un segno che a volte rende nervosi perchè quasi mai comprensibile a primo acchitto, un segno autoriale che non disprezza le scazzottate commerciali, un segno di leggera autoproclamata superiorità intellettuale che sfiora l'arroganza, ma sempre e comunque un segno che non si può confondere con nessun altro.

Ma quale è la colpa del titolo? Ebbene dopo la conclusione di Secret Wars anche qui in Italia ho deciso di non seguire più le testate della Marvel, almeno per un certo periodo di tempo, interrompendo una lettura cominciata quasi dieci anni orsono, e l'ho deciso perchè questo ciclo mi ha dato il meglio e il peggio di ciò che il fumetto supereroistico può dare, mi ha riempito in senso ontologico, e i tempi sono maturi per dedicarsi ad altre letture e ad altri universi narrativi.
So che tornerò, solo non so quando, ed è tutta colpa di Hickman.

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