venerdì 6 gennaio 2017

TOP 5: FILM CHE HANNO CAMBIATO IL MODO DI FARE CINEMA


Ci sono migliaia di film la cui importanza è fondamentale nella storia della settima arte, ma sono molto pochi quelli che hanno radicalmente cambiato la forma d'arte in senso strutturale, riscrivendone le regole e diventando dei punti di riferimento imprescindibili per le opere future. L'intento di questo post è fare una breve analisi dei cinque film che secondo il mio parere hanno esercitato un impatto tale per cui il cinema non è stato più lo stesso dopo la loro uscita.
Senza troppi indugi dunque cominciamo:

1. QUARTO POTERE: Quarto potere (Citizen Kane) è un film del 1941 scritto, diretto, prodotto e interpretato da Orson Welles.
Orson Welles rivoluzionò il cinema al suo assoluto debutto cinematografico, raccontando l'ambiguità del sogno americano attraverso l'utilizzo di tecniche rivoluzionarie, sfruttando e potenziando tutte le tecniche cinematografiche del cinema delle origini, tramite la meccanica dei movimenti di macchina, la tecnica generale di ripresa e l'illuminotecnica studiata nei più minimi dettagli, Welles racconta la vita del cittadino Kane come in un romanzo di formazione per immagini in movimento, selezionando accuratamente ogni singolo fotogramma.
La cosa più rivoluzionaria di questa pellicola resta comunque l'utilizzo inedito della profondità di campo e del piano sequenza, ovvero l'uso per la prima volta consapevole e sistematico del fuoco e la realizzazione di intere sequenze senza alcuno stacco, ma affidandosi solo ai movimenti di macchina, trasformando così la macchina da presa nel narratore più importante.

2. PSYCO: Psyco (Psycho) è un film del 1960 diretto da Alfred Hitchcock.
Il grande Maestro del brivido inglese imbastisce con questo film un vero e proprio manuale di grammatica cinematografica, introducendo i concetti di simbolismo e psicoanalisi nella pellicola, rendendo così ogni singola inquadratura un compendio visivo di ciò che il film, attraverso i caratteri dei suoi personaggi, vuole dire al pubblico. Gli oggetti di scena diventano specchio dell'anima, non a caso proprio gli specchi sono presenti in quantità notevole, dando potenza espressiva al dualismo del protagonista e suggerendoci a livello subliminale il senso stesso della vicenda. Con Psyco Hitchcock raggiunge la sua piena maturità espressiva, lasciando alla storia del cinema alcune delle sequenze più emblematiche del cinema moderno, ma soprattutto diventando un modello da cui è impossibile prescindere per sviluppare una vicenda basata sui presupposti del thriller e del giallo.

3. 2001: ODISSEA NELLO SPAZIO: 2001: Odissea nello spazio (2001: A Space Odyssey) è un film di fantascienza di Stanley Kubrick del 1968.
Con questo film Kubrick rivoluziona completamente il cinema di fantascienza, introducendo il concetto di verosimiglianza in questo genere, ovvero rendendo ogni dettaglio, anche il più fantasioso e futurista possibile, assolutamente plausibile da un punto di vista fisico e tecnico. la famosa camminata a testa in giù dell'assistente di missione che porta il pranzo agli astronauti per esempio, fu realizzata con un enorme macchinario che rendeva la scena in grado di girare davvero su se stessa, rendendo perfettamente l'idea dell'assenza di gravità. Il film intero è girato usando tecniche che all'epoca erano ancora sperimentali e assolutamente inedite, e la struttura narrativa copre un periodo di tempo sconfinato che va dalle origini della vita umana alle esplorazioni spaziali, in un cerchio che sembra essere infinito di creazione e generazione, fino ad arrivare a qualcosa che va persino oltre l'uomo stesso.

4. PULP FICTION: Pulp Fiction è un film del 1994 diretto da Quentin Tarantino.
Il film che ha valso a Tarantino un Oscar e una Palma d'Oro per la sceneggiatura ha rivoluzionato il cinema proprio per quanto riguarda la scrittura: il modo in cui Tarantino gestisce i tempi della narrazione, l'utilizzo spregiudicato dei flashback, ribaltano i modi e i tempi della vicenda, scardinando spesso e volentieri alcuni stilemi e certe inviolabili leggi che ancora nella metà degli anni novanta sembravano inviolabili e che al massimo venivano aggirate. Tarantino ci mostra quello che vuole e quando vuole, non da soddisfazione allo spettatore fino a che non crede sia sufficientemente pronto per averne, lo mette a parte di segreti che dovrebbero restare tali e gli nega alcuni pruriginosi dettagli (vedi la famosa valigetta).

5. INLAND EMPIRE: Inland Empire - L'impero della mente (Inland Empire) è un film del 2006 di David Lynch.
Cito questo film come picco artistico della poetica di David Lynch, che con questa pellicola ha avuto la possibilità di esprimersi davvero nel modo più libero possibile, orchestrando un vero e proprio flusso di coscienza alla Joyce utilizzando le immagini come rappresentazione diretta dei pensieri.
La storia diventa improvvisamente un dettaglio, non trascurabile e nemmeno marginale, ma non fondamentale. La regia di Lynch dà importanza assoluta alle sensazioni e la mancanza di qualunque soluzione di continuità, soprattutto nella seconda parte del film, fa scivolare lo spettatore nel vortice delle immagini sospese fra sogno e realtà. Lynch utilizza il digitale (ancora ai primi vaggiti nel 2006, ma comunque già ampiamente diffuso), in modo inedito, trascurando a volte la tecnica per poi diventare all'improvviso formalmente impeccabile, e così a tratti irregolari, come un pensiero, come una suggestione.

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